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Da questo libro mi aspettavo un’atmosfera diversa, dall’odore della vendetta passionale.
Ma andiamo con ordine...
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Quello che ho trovato è stato un libro in cui la scrittura (creativa e non) può essere il mezzo secondo cui è possibile “sopprimere” i sentimenti che si provano nei confronti di persone con cui è impossibile tessere una tela solida.
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È una storia di scrittori e di quanto sia difficile per loro trovare le parole giuste per descrivere ogni situazione, è una storia di rapporti extraconiugali, della scoperta degli stessi da parte dei coniugi e del dolore, sia quello metabolizzato che non. È una storia di perdita, di auto affermazione, di donne che cercano e trovano il loro posto nel mondo dopo una vita vissuta nell’ombra del marito che vuole tutta la luce per sé.
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Nel complesso, anche se mi aspettavo altro, la lettura di questo libro non mi è affatto dispiaciuta. La lentezza nella narrazione dei fatti è una scelta stilistica che va in netto contrasto col finale del romanzo che riacquista tutta la velocità del ritmo che mancava prima.
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Ma ciò che mi ha colpita più di ogni altra cosa è il messaggio che ne ho dedotto a posteriori: la scrittura può salvare.
Con questo non intendo che tutti dobbiamo essere scrittori famosi, basta scrivere qualcosa ogni giorno per noi stessi. Mettere nero su bianco i nostri pensieri, dare forma alle nostre emozioni, è qualcosa che ci svuota dalle mille ansie e preoccupazioni donandoci un velo di sollievo non indifferente.
🎏E tu? Hai l’abitudine di dedicare del tempo a te stesso attraverso la scrittura?
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🎏Credi che in qualche modo un diario, un’agenda o anche la scrittura di racconti possa rimettere i pezzi al loro posto?
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