lunedì 23 novembre 2020

Un Murakami piΓΉ realista: A sud del confine, a ovest del sole.


πŸ‚β„‚π• π•žπ•– π•šπ•Ÿ π•¦π•Ÿπ•’ 𝕓𝕠𝕝𝕝𝕒 π••π•š π•–π•žπ• π•«π•šπ• π•Ÿπ•šπŸ‚



Mentre sfogli le pagine di qualunque libro di Murakami, hai la sensazione che tutto attorno a te si fermi e sei come dentro a una bolla dove dentro ci sei solo tu e le emozioni dei personaggi che sebbene non vengano spiegate a parole, tu le percepisci fino al punto piΓΉ profondo del tuo corpo.

Questa forte emozione ho avuto modo di provarla con tutti i libri di Murakami che ho letto finora.

A sud del confine, a ovest del sole in particolare lo trovo molto vicino a Norwegian Wood nello stile narrativo.
Il realismo magico che ritroviamo in altri libri dello stesso autore, anche qui non figura.

Ammetto di aver chiuso questo libro con mille domande irrisolte, mille perchΓ©. Avrei voluto conoscere meglio Shimamoto, perchΓ© cosΓ¬ misteriosa com’Γ¨ stata proprio non sono riuscita a farmela andare giΓΉ. Avrei voluto che Hajime non avesse fatto molte cose, che non si fosse esposto cosΓ¬ tanto, che avesse meditato un po’ di piΓΉ sulla sua condizione, che fosse piΓΉ grato alla vita e a ciΓ² che gli ha donato.

πŸ‚Hai letto qualche libro di Murakami? Hai provato anche tu le mie stesse sensazioni? ⠀

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